Una breve storia della Fondazione

cardcalcagnLa Fondazione Osimana Bambozzi è stata protagonista di numerose vicende sino al definitivo assetto attuale.

Sino al 1937 le Opere Pie cittadine sono state amministrate dalla Congregazione di Carità la quale, sorta intorno al 1808 ad opera del regime napoleonico, soppressa quindi dal Governo Pontificio, e ripristinata infine dopo l’Unità d’Italia, aggregò un numero sempre maggiore di istituzioni benefiche e assistenziali raggiungendo nel 1925 le ventiquattro unità.

Nel 1810 per iniziativa del Card. Pietro Ostini, Vescovo di Jesi e Amministratore Apostolico della Diocesi di Osimo, fondò l’Ospizio dei Poveri Cronici, dotato di redditi sufficienti per il mantenimento di una decina di anziani. In seguito il nuovo Istituto potè beneficiare di ulteriori sussidi, grazie ai lasciti di persone generose (Sinibaldi, Spalazzi, Sacconi, il Vescovo Soglia Ceroni).

Negli anni settanta del XIX secolo alcuni autorevoli cittadini, costituitisi in comitato, si fecero promotori della fondazione di un nuovo Ricovero, sempre per i poveri anziani, che altre Istituzioni pubbliche, oltre la Congregazione di Carità, si obbligarono a sostenere economicamente, avendo di mira principalmente l’eliminazione della piaga dell’accattonaggio. Alla fine si giunse alla determinazione di istituire un Asilo di Mendicità ampliando l’esistente Ospizio dei cronici.

Finalmente il 2 giugno 1881 il Re Umberto I firmò il “Decreto di erezione in ente morale” della rinnovata Opera Pia, denominata Asilo di Mendicità “Vittorio Emanuele II”, approvandone contemporaneamente lo Statuto organico. All’Ospizio, fino a quel momento situato nel convento dei Domenicani di San Marco, fu assegnata una nuova sede presso l’Ospedale civile nei locali dell’ex monastero delle Benedettine, solennemente inaugurata il 20 novembre 1881.

stemmaNel 1939, dopo la soppressione della Congregazione di Carità e la istituzione dell’Ente Comunale di Assistenza, le 14 Opere Pie sopravvissute furono decentrate dall’E.C.A e aggregate al nuovo Ente denominato “Istituti Riuniti di Beneficenza”, anche l’Asilo di Mendicità seguì questa sorte, e dopo qualche anno ve ne venne approvato un nuovo Regolamento organico. A seguito della definitiva chiusura dell’Orfanotrofio Femminile, avvenuta nel 1975, il fabbricato occupato da questo venne sistemato per essere adibito a Casa di Riposo per anziani. Il trasferimento dell’Asilo di Mendicità nei rinnovati locali ebbe luogo nel 1984.

L’edificio, costruito verso la fine del XVII secolo, su disegno di Andrea Vici, per volontà del Vescovo Card. Guido Calcagnini, è situato nel centro storico di Osimo all’inizio di via G. Matteotti, che essendo la continuazione di Corso Mazzini, taglia la città lungo la direttrice est-ovest. Nel progetto di trasformazione del Ricovero secondo concetti ed esigenze più moderni rientra anche quello formale del cambiamento del nome.

Pertanto nel 1989 venne deciso che la vecchia denominazione Asilo di Mendicità “Vittorio Emanuele II” venisse sostituita con Casa di Riposo “Padre Benvenuto Bambozzi”. Infine, riconoscendo che le Opere Pie, dopo secoli di feconda operosità hanno perso efficacia a causa soprattutto della inadeguatezza del patrimonio, nel 1198 si delibera di convogliare i beni delle 11 Opere Pie, di fatto estinte, alla Casa di Riposo,, che da quel momento assume la denominazione di “Istituti Riuniti Padre Benvenuto Bambozzi”. Giuste deliberazioni n.12 del 4 giugno 2011 del Consiglio di Amministrazione degli Istituti Riuniti Padre Benvenuto Bambozzi e n.32 del 9 giugno 2011 del Consiglio Comunale di Osimo con la quale si è approvato l’Atto di intesa di cui alla l.r. n. 5/2008, l’Opera ha attivato la procedura di riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato.